sabato 21 maggio 2011

This will pass


"This will pass" era scritto sull'anello di Rimma. Già... Passerà anche questo, tutto passerà. E non resterà niente, niente di quello che prima era. "Nello stesso fiume, son sempre acque diverse quelle in cui ci bagnamo: non è possibile bagnarsi due volte nel medesimo fiume"... Tutto scorre, tutto fugge, tutto se ne va.

Quanto è lontano il presente dal passato, e quanto sembra lontano il futuro da entrambe? Un attimo prima è lì ed un attimo dopo è già trascorso. Ma io le cose non spariscono, non del tutto almeno... qualcosa resta.

C'è qualcosa che fa sì che comunque io vada a bagnarmi nello stesso fiume e che io lo possa chiamare “fiume”. Ed allo stesso modo c'è un'unitarietà che fa sì che io sia una persona e non una massa amorfa ed instabile in continuo divenire. Nella mente è fissa l'idea di un fiume come l'idea di una persona... È l'illusione dell'eternità delle cose, la quale vive solo nel pensiero e nei ricordi. Dunque ritorna la domanda di sempre: qual è la realtà?

* * *

Se assistere a tanti funerali in Indonesia mi ha insegnato qualcosa, è proprio questo, vale a dire la volontà dell'uomo di non accettare l'Essere come Divenire. Finanche di fronte alla morte, l'ultima stazione del viaggio, si fa di tutto per scongiurare la perdita e si cerca di spostare il triste momento dell'addio definitivo sempre più avanti, nel futuro indefinito. L'uomo non accetta la sua finitezza e fa di tutto per contrastarla, per combatterla. Ma ovviamente questa è una battaglia persa.

Tuttavia, ben conscio della sua finitezza e delle sue limitate capacità, l'uomo continua tragicamente a combattere. Non si può non combattere questa guerra: di fronte alla morte, come di fronte alla vita, siamo tutti guerrieri.

il Sacrifio del Bufalo

Il sacrificio del bufalo - il potong Kerbau - è la cerimonia conclusiva del Kwangkay, rituale la cui funzione è quella di guidare gli spiriti dei defunti verso il Paradiso.

Danza ngerangkau - Dayak Benuaq


ngerangkau by Cipriano de Rore

Il ngerangkau - termine con cui si indica sia la danza che la musica - è parte di un complesso di rituali celebrati in onore dei defunti. Questa musica ancestrale è oscura, ambigua, trascinante... la sola che siano in grado di ballare le anime dei morti, le quali prendono parte alla danza penetrando i teschi che i danzatori portano indosso.

Nella fotografia si posso vedere gli strumenti che compongono l'organico. I gningt (in numero variabile da 6 a 9), vale a dire i gong, il kentangan, sorta di bonang, ed i prahi, i lunghi tamburi appesi alla parete.

giovedì 19 maggio 2011

il fiume Mahakam - East Kalimantan

Abito tradizionale dei Dayak Benuaq

Questo popolo, molto particolare in verità, vive tra il Borneo e l'Ucraina! =)

sabato 14 maggio 2011

Soundscape notturno - Villaggio sulle rive del fiume Mahakam - Kalimantan orientale

04 - soundscape notturno - villaggio lungo il fiume Mahakam by Cipriano de Rore

Tradizione - Modernità

Senza sapere l'uomo è perduto. La vita "pratica" è possibile in qualsiasi angolo del globo, l'uomo si adatta pressoché ad ogni clima o temperatura. Ma ha bisogno di risposte alle sue domande, altrimenti non riesce ad orientarsi e finanche la più piccola e quotidiana delle azioni diviene impossibile a compiersi.
La tradizione risponde a questa necessità. Essa rivela all'uomo il significato delle cose, le ordina secondo un sistema più o meno complesso, dà all'uomo una spiegazione plausibile che gli renda accettabile il suo essere al mondo. Solo in questa maniera vivere acquisisce senso.

Quando si comincia a non conoscere o capire più il significato di una tradizione è segno che essa sta per scomparire; quando ne resta solo l'aspetto esteriore, il gesto deprivato del suo senso, è segno che il sistema tradizionale comincia ad apparire obsoleto. E' così che quell'apparato di conoscenze che chiamiamo tradizione viene soppiantato da un altro apparato che per diverse ragioni viene ritenuto superiore al precedente. E' così che io - e l'Occidente - abbiamo perso la nostra tradizione. Noi abbiamo ritenuto che la logica fosse più adeguata a guidarci nel dedalo del mondo e semplicemente, ma inesorabilmente, abbiamo dimenticato il vecchio sistema di interpretazione, la nostra tradizione. Ad essa abbiamo sostituito qualcos'altro perché è chiaro che senza un sistema di interpretazione - per quanto fittizio esso sia - non si può vivere. Ognuno di noi ha scelto la propria musica, la propria letteratura e via dicendo, attingendo dalle più diverse e remote - nello spazio e nel tempo - tradizioni, con il fine di costituire una propria tradizione individuale, vale a dire la propria e personale chiave di interpretazione del mondo. E' questa la tradizione del mondo globalizzato.