"This will pass" era scritto sull'anello di Rimma. Già... Passerà anche questo, tutto passerà. E non resterà niente, niente di quello che prima era. "Nello stesso fiume, son sempre acque diverse quelle in cui ci bagnamo: non è possibile bagnarsi due volte nel medesimo fiume"... Tutto scorre, tutto fugge, tutto se ne va.
Quanto è lontano il presente dal passato, e quanto sembra lontano il futuro da entrambe? Un attimo prima è lì ed un attimo dopo è già trascorso. Ma io le cose non spariscono, non del tutto almeno... qualcosa resta.
C'è qualcosa che fa sì che comunque io vada a bagnarmi nello stesso fiume e che io lo possa chiamare “fiume”. Ed allo stesso modo c'è un'unitarietà che fa sì che io sia una persona e non una massa amorfa ed instabile in continuo divenire. Nella mente è fissa l'idea di un fiume come l'idea di una persona... È l'illusione dell'eternità delle cose, la quale vive solo nel pensiero e nei ricordi. Dunque ritorna la domanda di sempre: qual è la realtà?
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Se assistere a tanti funerali in Indonesia mi ha insegnato qualcosa, è proprio questo, vale a dire la volontà dell'uomo di non accettare l'Essere come Divenire. Finanche di fronte alla morte, l'ultima stazione del viaggio, si fa di tutto per scongiurare la perdita e si cerca di spostare il triste momento dell'addio definitivo sempre più avanti, nel futuro indefinito. L'uomo non accetta la sua finitezza e fa di tutto per contrastarla, per combatterla. Ma ovviamente questa è una battaglia persa.
Tuttavia, ben conscio della sua finitezza e delle sue limitate capacità, l'uomo continua tragicamente a combattere. Non si può non combattere questa guerra: di fronte alla morte, come di fronte alla vita, siamo tutti guerrieri.