martedì 30 novembre 2010

Giorgio, sempre Giorgio, fortissimamente Giorgio! :-)

Fantasmi giavanesi


Voglio avere paura di un fantasma quando ne incontro uno. Terje dari Utara mi ha detto che non devo averne, ma io voglio. Si ha paura di ciò che non si comprende, perché è solo l'ignoto che spaventa. Non si ha paura di ciò che si conosce. E' nel buio che si celano i fantasmi ed è per questo che i giavanesi dormono sempre con una luce accesa.
Quando lo spaventoso si conosce cessa di far paura, diviene noto, normale, e quando ha le sembianze dell'ordinario può finanche essere banale.
Per questo voglio avere paura, perché cerco nell'oscurità dell'irrazionale qualcosa che davvero mi impressioni, che mi porti lontano dal mondo completamente razionalizzato. La conoscenza non genere questo tipo di emozioni, poiché la conoscenza è sempre di ciò che è noto e solo l'insolito, l'esotico, l'oscuro è in grado di scuotere l'anima e di farla vibrare con la sua carica irrazionale.

Ma tuttavia vi è qualcosa di più che scaturisce dalla conoscenza.
L'amore, come la paura, è un sentimento vasto e totale, spaventoso ed immenso, come un baratro che si staglia sotto ai nostri piedi.
L'amore in principio, il colpo di fulmine, è qualcosa che non si conosce ma la cui portata si avverte con tutta l'anima, senza che vi sia tuttavia possibilità di razionalizzazione.
Dalla conoscenza, al contrario, proviene un amore più profondo, che proprio per questa ragione è raro in una società superficiale come la nostra. Dopo lo stadio iniziale, quello esotico, che è sempre entusiasmante, dopo lo stadio ordinario, che è sempre noioso, ve n'è uno più intenso, in cui si conosce ciò che si ama e si ama ciò che si conosce. L'odinario si tramuta in straordinario e l'arcinoto meccanismo che sottende tutte le relazioni diviene magico.
L'amore acerbo, come la paura, è guardare nel baratro e magari perdersi in questo abisso. L'amore più profondo, al pari della conoscenza, è un processo più lungo, ma che ha la capacità di dischiudere le porte dell'Eden.

giovedì 25 novembre 2010

Cerimonia funebre - Bali



Mother Temple #2

Il concetto di zoo esemplifica perfettamente l'atteggiamento dell'uomo bianco nei confronti della natura e delle cose che lo circondano.

Lo zoo è un posto ordinato, razionalizzato, diviso a seconda delle varie tipologie, in ossequio alla necessità imperante di catalogare. Ogni classe, a sua volta, è suddivisa in specie, di cui possiamo ammirare ogni esemplare come annunciato dal cartellino che campeggia in bella mostra sulla sua gabbia.
L'uomo bianco - e qui la mia immaginazione me lo ritrae in pantaloncini, a torso nudo - si limita a passeggiare intorno a queste gabbie, mangiando pop-corn e tirandone un po' all'oggetto della sua visita, gradito commensale per il fiero pasto. Questo è esperire la natura, questo è Erlebnis!

Tuttavia niente è immune a questa logica ed è così che questo concetto si rivela valido anche nei confronti della cultura (un museo è uno zoo impolverito ed inanimato) e dei popoli altri, quegli stessi che una volta l'uomo bianco considerava alla stregua di bestie e che oggi chiama con disinvoltura "partner commerciali".
Bali - ma solo alcune sue aree, fortunatamente! - esemplifica bene il concetto di zoo di cui sopra. L'uomo bianco varca oceani ed oltrepassa continenti per aver un contatto reale con questo zoo e, certamente, è benvenuto! Egli può assaporare un pizzico di vita balinese facendo un'escursione pomeridiana fuoriporta, ma perlopiù preferisce percepire l'esotico attraverso le sbarre del suo hotel o tuttalpiù all'interno del grande recinto di un luogo "turistico", predisposto dagli stessi balinesi per quest'uso.

Ma dov'è la gabbia? E cosa racchiude la gabbia? I balinesi o l'uomo bianco? Si direbbe entrambi! Sembrerebbe che Bali sia il modello perfetto di zoo, con tanto di parco giochi (Kuta), dove tuttavia non mancano intrattenimenti di livello culturale, finanche spirituale (Ubud).
E tutti sono contenti! Gli occidentali esperiscono l'esotico e i balinesi fanno quattrini!

Questa è la prima volta che ho avvertito,
qui in Indonesia, un odio latente tra i bulè (i bianchi) ed i locali. Ma fortunatamente l'Indonesia, Bali inclusa, è un'altra cosa.



Mother Temple #1



la Luna di Pejeng

Il tamburo di bronzo più grande al mondo

Bali



tre rifugiati

Pioggia di cenere + black out!

...e ancora cenere



mercoledì 24 novembre 2010

Villaggio incenerito



Fiume di cenere



Foto di gruppo con Merapi

"Esotico" è ciò che non si comprende ma che allo stesso tempo affascina. Per un americano esotica è l'Italia e probabilmente per un italiano è esotica l'Indonesia. E qui mi viene in mente il film "Eat, pray and love" così popolare da queste parti...
Ma cos'è esotico per un indonesiano?

L'esotico svanisce lì dove comincia l'ordinario.

Gunung Merapi